E- mobility: l’Europa supera il milione di punti di ricarica pubblici. Italia al quinto posto (dati EvBoosters)

by Davide

L’Europa ha raggiunto una pietra miliare significativa nella transizione alla mobilità elettrica superando il milione di punti di ricarica pubblica attivi. Secondo le ultime stime di EvBoosters, a fine secondo trimestre 2025 si contano circa 1,05 milioni di colonnine operative, un risultato che arriva a meno di un anno dal superamento delle 900.000 unità registrate nell’agosto 2024.

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Si tratta di un’accelerazione che riflette l’intensificarsi degli investimenti e il rafforzamento del quadro normativo, in particolare con l’entrata in vigore del regolamento europeo AFIR, che impone standard minimi di infrastrutturazione lungo le principali direttrici di trasporto. Il primato per numero assoluto di punti di ricarica spetta ai Paesi Bassi, che si attestano a quota 198mila, seguiti dalla Francia con 165mila e dalla Germania con circa 140mila.

La Germania, pur non guidando la classifica quantitativa, si distingue per la diffusione delle colonnine ad alta potenza, capaci di garantire tempi di ricarica ridotti e quindi maggiore attrattività per chi utilizza l’auto elettrica anche sulle lunghe percorrenze. L’espansione non è però omogenea, e alcuni Paesi si stanno muovendo con maggiore rapidità rispetto ad altri, non solo in termini di installazioni ma anche di qualità e densità della rete.

In questo contesto l’Italia si colloca in una posizione intermedia, con oltre 71mila punti di ricarica pubblici in totale (più di 56mila in AC e 15mila in DC) censiti a metà 2025. Negli ultimi due anni il ritmo di crescita è aumentato grazie sia ai fondi messi a disposizione dal PNRR sia agli investimenti privati da parte di operatori nazionali e internazionali. Tuttavia, la distribuzione resta disomogenea: oltre la metà delle infrastrutture è concentrata nelle regioni settentrionali, mentre il Centro e il Sud, pur registrando progressi, scontano ancora un deficit rispetto alle esigenze del parco circolante. L’Italia si distingue però per l’avvio di progetti ad alta potenza lungo la rete autostradale, che stanno gradualmente migliorando la copertura e rendendo più agevoli i viaggi di lunga distanza. A livello europeo le colonnine in DC sono oggi il vero motore della crescita. A metà 2025 in Europa se ne contavano 202.709, un’infrastruttura cruciale per i viaggi a lunga percorrenza e per i veicoli pesanti. L’Italia ha registrato un incremento del 62% su base annua, mentre Belgio e Austria hanno fatto segnare entrambi un +59%, e la Danimarca ha guidato la classifica con un impressionante +79%.

Accanto ai progressi infrastrutturali, emerge un altro aspetto cruciale: il tasso di utilizzo delle colonnine. Nonostante l’aumento delle installazioni, la media europea nel 2024 non ha registrato una crescita significativa, segnale che i prezzi di ricarica pubblica, spesso molto più elevati rispetto a quelli domestici, continuano a rappresentare una barriera per molti utenti. In Paesi come il Regno Unito la differenza è evidente, con tariffe domestiche off-peak intorno ai 7–10 pence/kWh a fronte di oltre 70 pence/kWh per la ricarica rapida pubblica. Anche in Italia si rileva una dinamica simile: secondo il report la ricarica pubblica veloce può costare fino a quattro volte di più rispetto a quella domestica, creando un divario che incide sulla percezione di convenienza. Sul piano politico, l’AFIR obbliga dal 2025 gli Stati membri a garantire la presenza di colonnine veloci da almeno 150 kW ogni 60 chilometri lungo la rete TEN-T. Questa misura, che in Italia interessa in particolare la dorsale autostradale e le principali connessioni transfrontaliere, spinge i concessionari e i principali operatori del settore a programmare investimenti mirati per rispettare i target comunitari.

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